Riutilizzare la cenere del camino può sembrare una pratica di ecologismo e autosufficienza un po' estrema. Riutilizzare la cenere per farne che?, viene da chiedersi. In verità, la sola produzione di liscivia basterebbe a giustificare lo sforzo dietro al procedimento di riutilizzo. La liscivia è stata infatti per decenni se non secoli il principale detergente delle nostre case. Potente, economica, disponibile in grande quantità, la liscivia aveva (e ha) tutte le caratteristiche per risolvere un sacco di esigenze. Lavare il bucato, detergere i pavimenti, sgrassare le pentole, lucidare l'argento... con risultati addirittura superiori a quelli promessi da molti detersivi tra i più famosi in commercio. In questo articolo ci limiteremo dunque al sottoprodotto liscivia, spiegando come lavorare la cenere per ottenere un detergente 100 % ecologico, che dura mesi e costa meno di 50 centesimi al litro!
Dalla cenere al setaccio: i materiali e le procedure
Il metodo che abbiamo scelto è quello cosiddetto “a freddo”. Ne esiste anche uno a caldo, ma crediamo sia più dispendioso (si consuma un bel po' di gas), impegnativo (bisogna stare davanti ai fornelli un paio d'ore) e rischioso (la liscivia potrebbe risultare troppo aggressiva). Viceversa, il metodo “a freddo” richiede meno tempo e meno attenzione, a fronte di un prodotto pur sempre valido. Per riutilizzare la cenere e fare la vostra liscivia occorre:
- 1 setaccio, anche autocostruito;
- 1 bidone dove lasciare riposare l'intruglio;
- 1 sacco di cenere (500 grammi, 1 kg, 10 quintali... fate voi)
- 1 mestolo o anche un bastone;
- 1 caraffa di plastica;
- 1 filtro per vinacce o un telo di lino;
- acqua di rubinetto;
- olio essenziale (facoltativo)
Riguardo al setaccio, potete costruirvelo fissando alla cornice di un vecchio quadro un pezzo di rete antizanzare, di quelle in metallo fine. L'olio essenziale, invece, serve soltanto a dare un po' di profumo al pavimento o ai piatti che intendete lavare. Per il resto, se non avete un camino potete comunque recuperare la cenere chiedendo a un vicino o conoscente se ve la mette da parte. In alternativa, rivolgetevi a una pizzeria con forno a legna: ne hanno in abbondanza e se anche utilizzano legno scadente non cambia nulla.
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In primo luogo, setacciate la cenere in modo da lasciare nel bidone la parte più fine. La consistenza dovrà essere quella del borotalco. Una volta che avete accumulato abbastanza cenere, misurate quante caraffe riuscite a riempire. Se riempite 10 caraffe (da 1 o 2 litri non ha importanza, qui conta il volume), aggiungete 50 caraffe di acqua di rubinetto. La proporzione deve essere 1 parte di cenere e 5 parti d'acqua. A questo punto mescolate bene e lasciate riposare per almeno un mese. Durante questo lasso di tempo mescolate di tanto in tanto il contenuto del bidone. Noterete che il liquido tende ad assumere una colorazione da olio esausto. Ci siete! Non vi resta che filtrare con un mestolo, onde evitare che la cenere sul fondo si sollevi. A questo punto, per ogni bottiglia ottenuta, aggiungete due o tre gocce di olio essenziale. Non dimenticate di recuperare la “pasta di cenere” sul fondo, anche quella può tornare utile. Se poi volete sapere tutto, ma proprio tutto, sulla cura della casa, leggetevi anche gli altri nostri articoli nella sezione dedicata!