Autosvezzamento: quando iniziare e con quali cibi

Autosvezzamento
Etichette

L’alimentazione complementare a richiesta – più nota col termine di autosvezzamento – è un metodo dolce per accompagnare il bambino verso nuovi sapori. E verso alimenti che esulino dal solo latte (materno o artificiale che sia). Il periodo giusto per iniziare è intorno al sesto mese del bambino, ma ci sono bimbi che potrebbero essere pronti già a 5 e altri che non lo saranno fino agli 8 - 10 mesi. Tuttavia, fino al compimento dell’anno, la loro alimentazione sarà composta prevalentemente da latte. 

L’autosvezzamento parte da un principio: se un cibo va bene quando il bimbo ha 10 mesi, non ci sono motivi per cui non debba andare bene quando di mesi ne ha solo 6. L’apparato digerente di un bambino, infatti, è uguale che abbia 6 mesi oppure 12. Per avviare l’autosvezzamento, però, è necessario che il bambino manifesti la voglia di assaggiare i cibi degli adulti. Inoltre, deve avere capacità di stare seduto da solo, e deve aver perso il riflesso di estrusione (che gli fa sputar fuori tutto quanto non è liquido).

Con l’autosvezzamento si salta la fase delle pappe (brodini, omogeneizzati, creme di mais, riso, tapioca), e il bimbo condivide da subito la tavola con i genitori. Purché questi mangino cibi leggeri, evitando fritti, grassi e un eccesso di sale. All’inizio, ovviamente, la quantità di cibo che il bambino mangerà sarà minima. E il fatto che non abbia i denti non deve spaventare: le sue gengive sono in grado di sminuzzare verdure lesse, pasta e pezzetti di carne. Frullare tutto non serve: anzi, confonderebbe il bambino perché ogni cibo avrebbe per lui la stessa consistenza.

Il dubbio più grande, in tema autosvezzamento, è il rischio soffocamento. In realtà, nei bambini, il riflesso faringeo – che provoca quel conato che impedisce a corpi estranei di penetrare in gola – è molto forte. Anzi, permettere al bimbo di approcciarsi al cibo solido fin dagli inizi, gli consentirà di gestire al meglio le situazioni di pericolo.

Con l’autosvezzamento bisogna avere pazienza. E imparare ad “ascoltare” il bambino. Che, seppur non parlando, saprà indicare se ha voglia o meno di assaggiare un cibo, e se quel cibo gli piace. Ovviamente, passare dal 95% latte – 5% cibo ad una situazione di 50-50 richiederà dei mesi: non forzare il bambino è fondamentale.