Quando si parte per un viaggio con un neonato, o con un bimbo piccolo, una delle questioni più “spinose” riguarda la sua alimentazione. Soprattutto se, come meta, si sceglie un Paese dalle abitudini culinarie e i sapori completamente diversi dai nostri. Tuttavia, con un po’ di organizzazione e un pizzico di inventiva, è possibile far mangiare ovunque il proprio bimbo. Magari approfittando proprio della vacanza per incoraggiarlo a sperimentare.
Se si parte con un neonato di 6 mesi o meno, la sua alimentazione sarà composta di solo latte, materno o artificiale che sia. E se nel primo caso non ci sono problemi – allattare lo si può fare davvero ovunque! -, nel secondo è meglio attrezzarsi con sufficienti confezioni di latte in polvere della sua marca preferita, così da evitare un suo possibile rifiuto o i problemini tipici (mal di pancia, reflusso, colichette) del cambio latte.
Più complicato è quando si viaggia invece con un bambino nell’età dello svezzamento. I genitori che hanno optato per l’autosvezzamento, si troveranno avvantaggiati: il bambino assaggerà ciò che vorrà. In caso si stia seguendo la strada dello svezzamento tradizionale, invece, è necessario attrezzarsi. Con un minimo di organizzazione, persino su di un’isola tropicale è possibile preparare le pappe per il proprio bambino. Basta munirsi di pochi, indispensabili, strumenti: un fornellino elettrico (indispensabile per cucinare anche quando non si dispone di un angolo cottura), una pentolina a misura di pappa (con le posate necessarie per prepararla), un thermos per tenere in caldo il cibo quando si esce, uno scaldalatte a immersione. Se poi si viaggia in un Paese remoto, è bene portarsi anche il cibo, ovviamente modulandolo sui gusti e le abitudini del proprio bambino: omogeneizzati, brodo in polvere, pastina, una bottiglietta d’olio, un tubetto di concentrato di pomodoro, formaggini a lunga conservazione.
Se il bimbo è un po’ più grandino, intorno all’anno d’età, non sarà in realtà difficile permettergli di mangiare qualcosa di diverso dalla pappa preparata dalla mamma. Ovunque è possibile trovare, se non della pasta in bianco, del riso. E si potrà chiedere di cucinare un pezzetto di pollo alla griglia, specificando di non condirlo con spezie a cui non è abituato e di non renderlo piccante. E poi la frutta, che non manca mai. E tutti quei cibi di cui un bambino va pazzo: patate, wurstel, uova. Senza dimenticare che, il buon esempio, deve partire dai genitori. Devono essere loro, a incoraggiarlo ad assaggiare nuovi cibi.