Le spezie
Le spezie come lo zenzero, lo zafferano, la cannella, il cumino e la noce moscata venivano comunemente utilizzate come condimento e per conservare, ma svolgevano nell’antichità anche una funzione più misteriosa. Il loro profumo e il loro colore ispirava i rituali magici e religiosi e, seppur desueto, non sarebbe inusuale che in alcuni libri molto datati questo genere di spezia venisse descritta come “droga”. Questa peculiarità è dovuta al loro contenuto di alcaloidi, ma anche alle loro innumerevoli proprietà benefiche. Ai tempi, il commercio delle spezie era tra i più fiorenti e pregiati, e nonostante con la globalizzazione le spezie si siano diffuse in maniera omogenea in tutto il mondo, lo zafferano, fra tutte, conserva ancora le sue particolarità raffinate (e costose). Pensiamo soltanto che per ottenere 50 grammi di questa spezia occorrono circa 8 mila piante!
Le erbe aromatiche
Le erbe aromatiche sono specie soprattutto orticole, possono crescere anche spontaneamente. Tra di loro, si annoverano alcuni degli odori più comuni della nostra cucina: il rosmarino, l’alloro, il basilico, la salvia, la menta.
Qual è la differenza tra una spezia e un’erba aromatica?
La differenza tra erbe aromatiche e spezie sta soprattutto nell’aspetto. La spezia deriva dalla lavorazione di varie parti della pianta, come fiori, gemme, radici, semi, cortecce e rizomi che attraversano un processo di essicazione per poter sprigionare efficacemente le loro proprietà. Le erbe aromatiche si ottengono invece solitamente dalle parti verdi delle piante, come le foglie, e possono essere pronte all’uso anche senza l’essicazione, che viene effettuata solo nel caso la si voglia conservare nel tempo.
Un’atra differenza importante, che può aiutarci a capire se abbiamo davanti una spezia o un odore, è la provenienza: la spezia cresce solitamente in paesi esotici e tropicali, mentre l’erba aromatica è soprattutto diffusa localmente, anche nei nostri orti.